Comunicato stampa: Lavoro casalingo. Workshop organizzato dal Moica (Movimento Italiano Casalinghe)

03.11.2017 – COMUNICATO STAMPA

LAVORO CASALINGO. Workshop organizzato dal Moica (Movimento Italiano Casalinghe) –

Si terranno i prossimi 5 e 6 novembre, rispettivamente a Matera e Potenza, due workshop organizzati dal Moica (Movimento Italiano Casalinghe), sezione regionale di Basilicata, in collaborazione con l’Ufficio della Consigliera Regionale di Parità , Ivana Enrica Pipponzi.

L’incontro del 5 novembre, dal titolo “Donne e uomini alleati contro la violenza di genere” si terrà  presso il Palazzo Lanfranchi di Matera alle 16.30 e analizzerà  – anche statisticamente – l’incremento della violenza contro le donne negli ultimi anni, un fenomeno che colpisce le donne trasversalmente ma che penalizza maggiormente quelle prive di reddito.

“Moica 35 anni di impegno sociale a favore delle donne” è il titolo del secondo incontro che si terra  a Potenza il 6 Novembre alle 16.30 presso la Sala A del Palazzo del Consiglio regionale; in questo ambito sarà  illustrata la pubblicazione del volume: “La storia del Moica come storia delle casalinghe italiane”. Un’analisi storico-sociale del lavoro familiare e casalingo.

Tra i relatori la Consigliera Nazionale di parità , Franca Bagni Cipriani, la Vicepresidente del Moica, Concetta Fusco, la Statistica sociale e di genere, Linda Laura Sabbadini e la Direttrice dell’Inail della Basilicata, Carmen Angiolillo.

Il Moica nasce nel 1982 quale frutto dell’impegno di Tina Leonzi nel campo del femminismo cattolico; scrittrice e giornalista, la Leonzi ha sempre affrontato la questione della difficolta nel conciliare vita lavorativa e familiare, con particolare riferimento alle donne che lavoravano in casa (o, come si usa dire ancora, che non lavorano) dando loro una “dignità” riconosciuta attraverso il Moica. La scelta del nome del Movimento è provocatoria per quel sostantivo “casalinga” esibito come una sfida, una bandiera di dignità . Il Moica è presente in ogni Regione d’Italia e, oggi, ha assunto visibilità  internazionale anche attraverso la rete europea Fefaf e mondiale Unica, entrando nel consiglio dell’Onu.

Gli ambiti di intervento del Moica riguardano la formazione femminile, l’integrazione, la lotta alla violenza sulle donne, la cura dell’ambiente, la sicurezza sociale e l’inclusione delle casalinghe, ancora poco inserite nei contesti sociali. Il Moica è tra le prime associazione a parlare di medicina di genere e di sicurezza degli ambienti domestici ed entra nel comitato di amministrazione dell’Inps e dell’Inail.

Incontri come questi”, dichiara la Consigliera regionale di parità , “hanno lo scopo di sensibilizzare e formare l’opinione pubblica sulla tematica del lavoro domestico e sono volti principalmente a vincere lo stereotipo di genere che vede la casalinga ancora come persona improduttiva che vive “a carico” del marito. Sono 7 milioni 338mila, secondo i dati Istat del 2016, le casalinghe italiane; 518mila in meno rispetto a dieci anni fa. A queste donne cui vanno aggiunte quelle inattive sul mercato del lavoro o “casalinghe obbligate” (il mondo del lavoro non le ha riaccolte dopo la maternità  o conviene loro economicamente stare a casa con i figli piuttosto che pagare qualcuno per seguirli), ma che non si identificano come casalinghe; si arriva così a 11 milioni di donne che restano a casa a lavorare. In questi ultimi casi la famiglia compensa il welfare deficitario o l’assenza di una realizzazione professionale.

E’ necessario”, prosegue la Pipponzi, “dare dignità  e voce a tutte quelle donne casalinghe che attraverso il loro quotidiano ed incessante lavoro domestico – che non contempla ferie, straordinario, paga,  progressione di carriera, contributi e altro, contribuiscono in maniera sostanziale a formare il PIL nazionale e la cui mancanza darebbe un duro colpo all’economia nazionale”.

E’ quanto mai necessario, conclude la Consigliera regionale di parità , “sviluppate politiche che permettano il reinserimento lavorativo per le donne che decidano per un periodo temporaneo della propria vita di dedicarsi a tempo pieno al lavoro familiare, esattamente come avviene nei paesi del Nord Europa. I dati dell’European Value Survey dimostrano come in Italia la considerazione che si ha della maternità , del lavoro di cura, dell’importanza della presenza della madre a casa non è cambiata nel tempo: è un valore ancora condiviso da uomini e donne; questi dati rischiano, però, di diventare l’elemento che giustifica lo scarso investimento nei servizi per l’infanzia, nel lavoro al femminile e nel welfare. Dall’Europa arriva la chiara sollecitazione a puntare su politiche di inclusione sociale volte alla condivisione nella coppia del lavoro con la cura familiare”.

La Consigliera regionale di parità

(Avv. Ivana Enrica Pipponzi)

 

 

 

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